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martedì 5 luglio 2016
Lazio: Bielsa, il mistero si infittisce
ROMA - Marcelo Bielsa è prenotato sul volo Buenos Aires-Roma in partenza oggi, alle 17.40 italiane, le 12.40 argentine. Ma non è detto che s’imbarchi. Non è ancora in possesso del visto d’ingresso per l’Italia. Bielsa ieri non s’è recato presso l’ambasciata italiana di Buenos Aires. Il ritardo continua, il mistero s’infittisce, la Lazio lo aspetta. Se salirà a bordo del volo programmato per oggi, sbarcherà domani alle 6.40 a Fiumicino. Se partirà domani sarà a Roma giovedì mattina. Giovedì, alle 8, è atteso in Paideia per effettuare le visite mediche. LAZIO, CATALDI IN FORMA LAZIO, ECCO QUANDO SARA' PRESENTATA LA NUOVA MAGLIA LO SCENARIO - Bielsa ha allungato i tempi d’arrivo, non è soltanto una questione burocratica, ormai è chiaro. Il Loco ha messo pressione alla società per spingerla ad acquistare, per costringerla ad agire. Non ci sono stati colpi di mercato, il Loco ne ha chiesti almeno due entro domenica (giorno in
cui si partirà per il ritiro). Di colpi ne sono stati tentati alcuni senza successo. Lotito e Tare stanno cercando di chiudere per il nuovo centravanti. Bielsa ha indicato Valencia del West Ham e Pato del Corinthians, li vorrebbe entrambi. Tra oggi e domani la società potrebbe annunciare un acquisto, servirebbe per rasserenare il tecnico argentino. Bielsa non è ancora partito, l’appuntamento in ambasciata è slittato ad oggi. I tempi sono ristrettissimi. Il volo per Roma è programmato alle 12.40 argentine. Non è certo che Bielsa si trovi già a Buenos Aires (abita a Rosario, 300 chilometri di distanza) e che riesca a ritirare il visto in tempo per quanto le procedure siano veloci. Il visto deve ancora essere richiesto. Perché Bielsa ritarda? La domanda si sta ingigantendo. Ci sono stati attriti e prime scintille con il club, non hanno portato alla rottura, hanno generato confronti serrati, accesissimi. L’inizio non è stato dei migliori, chissà come sarà il prosieguo. Contano i dati di fatto: Bielsa, secondo alcune indiscrezioni, inizialmente sarebbe dovuto arrivare a Roma nella giornata di ieri. Un suo collaboratore, Fernandez Macaya, era atteso in città nei giorni scorsi, non si sarebbe presentato sul volo già prenotato.
lunedì 4 luglio 2016
Calciomercato Lazio, c’è Morel, un jolly
ROMA - C'era un terzino sinistro top secret: è Jeremy Morel del Lione, vecchio allievo di Bielsa all'Olympique Marsiglia. E' francese, ha compiuto 32 anni ad aprile, è alto 1,73, è più difensore di Adrianodel Barcellona (il brasiliano per natura è offensivo). Morel è un jolly in realtà. Bielsa nel 2014-15 l'ha fatto giocare da centrale nella difesa a quattro, da perno della difesa a tre ed anche da centrale di sinistra. Nella difesa a quattro a volte gli ha affiancato Baptiste Aloé, è un altro degli obiettivi seguiti dal Loco, è il giovane che lanciò prelevandolo dal settore giovanile.
I FATTI - Morel è sotto contratto sino al 2018, è un nome fatto da Bielsa. La Lazio, per non farlo surriscaldare, s'è attivata subito per trattare il jolly francese, in realtà assicura di essersi mossa per ogni obiettivo richiesto. Morel è valutato 3-4 milioni di euro, nell'ultima stagione ha giocato 40 partite, spiccano le 31 disputate in Ligue 1 e le 4 collezionate in Champions League.
E' cresciuto nel Llorient, dopo nove stagioni s'è trasferito a Marsiglia (anno 2011). Nel luglio 2015 ha firmato un triennale con il Lione, era in scadenza di contratto. La Lazio s'è fatta avanti per Morel, nel frattempo tiene vivi i contatti per Adriano. Il brasiliano tra oggi e mercoledì incontrerà di nuovo il Barcellona per concordare un prezzo d'uscita, dovrebbe aggirarsi attorno agli 1,8 milioni di euro. I blaugrana pretendono un indennizzo, la Lazio dopo il no iniziale s'è detta pronta a pagarlo. Il Barça sogna De Sciglio del Milan, gli deve fare spazio. Se si chiuderà per Morel sarà abbandonata per sempre la pista Adriano (il Loco ha chiesto informazioni a Guardiola sul suo conto).
I dieci giocatori più forti della storia della LAZIO! [clicca per leggere]
Un’aquila piena di stelle, azzurra e bianca. La squadra di Roma che ha il nome della regione, una delle Grandi d’italia ma, fra le grandi, quella che ha vinto di meno. Una storia lunga più di cento anni che ha regalato ai tifosi campioni e campioncini, promesse e rimpianti. I periodi d’oro, quelli vincenti, sono nei settanta e negli zero, fra novanta e duemila. I capitomboli più rumorosi immediatamente dopo. Squadra sublime insomma. Che tocca le stelle e non dimentica l\'inferno. I suoi dieci campioni sono quasi tutti italiani e argentini. Il primo è un grande vecchio. Con lui si entra nella storia.
Pavel Nedved
“Cuore ed Acciaio” Nedved cantavano i ragazzi della Curva Nord. È la rivelazione di Euro 96 : voluto fortemente dal tecnico boemo Zeman.
Un fuoriclasse in campo e fuori: cuore, grinta, grande spirito di abnegazione alla causa biancoceleste, IL PRIMO TASSELLO NELLA COSTRUZIONE della grande Lazio di fine anni 90.
Nella finale di Coppa Coppe al Villa Park di Birmingham è suo il gol decisivo che consegna alla squadra di Sven Goran Eriksson il primo alloro europeo della sua storia centenaria.
“Cuore ed Acciaio” Nedved cantavano i ragazzi della Curva Nord. È la rivelazione di Euro 96 : voluto fortemente dal tecnico boemo Zeman.
Un fuoriclasse in campo e fuori: cuore, grinta, grande spirito di abnegazione alla causa biancoceleste, IL PRIMO TASSELLO NELLA COSTRUZIONE della grande Lazio di fine anni 90.
Nella finale di Coppa Coppe al Villa Park di Birmingham è suo il gol decisivo che consegna alla squadra di Sven Goran Eriksson il primo alloro europeo della sua storia centenaria.
Un fuoriclasse in campo e fuori: cuore, grinta, grande spirito di abnegazione alla causa biancoceleste, IL PRIMO TASSELLO NELLA COSTRUZIONE della grande Lazio di fine anni 90.
Nella finale di Coppa Coppe al Villa Park di Birmingham è suo il gol decisivo che consegna alla squadra di Sven Goran Eriksson il primo alloro europeo della sua storia centenaria.
Diego Pablo Simeone
Approda nella Capitale nell’”affaire-Vieri” . Inizialmente il rettore di Torsby non “lo vede”. Nessun problema, “El cholo” con grande carattere e grintaentra in pianta stabile nella formazione titolare e diventa L’UOMO IN PIÙ nel momento clou del campionato, nella leggendaria rincorsa alla Juventus.
Decisivo ed INDIMENTICABILE IL SUO GOL DI TESTA A TORINO su assist del connazionale Veron nello
Decisivo ed INDIMENTICABILE IL SUO GOL DI TESTA A TORINO su assist del connazionale Veron nello
scontro diretto contro i bianconeri che risulterà decisivo per la conquista del titolo culminato con l’apoteosi biancoceleste il 14 Maggio 2000.
Diego è decisivo anche nella conquista della Coppa Italia lo stesso anno segnando il 2-1 nella finale d’andata contro l’Inter. Lo spirito guerriero di una squadra aristocratica.
Diego è decisivo anche nella conquista della Coppa Italia lo stesso anno segnando il 2-1 nella finale d’andata contro l’Inter. Lo spirito guerriero di una squadra aristocratica.
Il golden boy di Latina di è il piccolo genietto della Lazio scudetto di Maestrelli. Il ragazzo ha ottimi piedi e grande talento ma paga una certa indolenza caratteriale. Nonostante tutto si erge ad autentica bandiera biancoceleste nei difficili anni 80.
Commovente ed indimenticabile la sua TRIPLETTA AL VARESE guidando un manipolo di ragazzini sull’orlo della retrocessione. Genio e sregolatezza ma un Mito per i tifosi dell’ Aquila.
Commovente ed indimenticabile la sua TRIPLETTA AL VARESE guidando un manipolo di ragazzini sull’orlo della retrocessione. Genio e sregolatezza ma un Mito per i tifosi dell’ Aquila.
Juan Sebastian VeronEra un calciatore argentino, impiegato come centrocampista, ma non in un ruolo preciso, infatti lui poteva e voleva coprire tutti i ruoli del centrocampo, essendo gracile, morbido e preciso nei passaggi ma anche lavorando sporco con scivolate per recuperare il pallone ed è per questo che quasi ogni volta infiammava lo stadio. Grazie al suo acquisto la Lazio riuscì a conquistare lo scudetto e ricordiamo la sua stupenda punizione a giro nel derby-scudetto del 25 Marzo 2000.
domenica 3 luglio 2016
Lazio, per Mauri un addio amaro! [CLICCA PER LEGGERE...]
Lazio, per Mauri un addio amaro Il mancato rinnovo del capitano laziale desta perplessità, se non altro per il fatto che il presidente Lotito gli aveva garantino il rinnovo. Poi il progetto di Bielsa non lo ha compreso, ma nella massima serie non mancano squadre interessate a lui a parametro zero
ROMA - Dopo Klose, Mauri. Sembra quasi che la Lazio non riesca a concludere un rapporto senza quale scoria o sassolino di troppo da togliere dalle scarpe del giocatore di turno. Così, se per il centravanti tedesco esistono pubblicamente due diverse versioni riguardo la proposta di rinnovo (mai arrivata per Miro, provata almeno due volte per il ds Tare), qualcosa di simile sta accadendo con l'ex capitano Stefano Mauri.
MAURI, UN ADDIO NEL SILENZIO - Il 30 giugno è concluso ufficialmente il contratto del centrocampista 36enne, al termine di una stagione tutt'altro che esaltante, conclusa con appena 731 minuti giocati e un solo gol segnato. Non è scandaloso, insomma, il fatto che la Lazio abbia deciso di non rinnovare il rapporto con l'ex capitano. A destare qualche perplessità, però, sono le modalità con le quali si è arrivati a questo epilogo. Dall'entourage di Stefano Mauri filtra infatti un particolare che cambia la prospettiva di questa situazione: al termine del campionato, infatti, il presidente Lotito avrebbe stretto la mano al numero 6 della Lazio, garantendogli un prolungamento di un altro anno, addirittura con opzione per quello successivo. Un futuro da calciatore in maglia biancoceleste fino a 38 anni e poi il passaggio naturale al ruolo di dirigente, probabilmente direttore tecnico. Uno scenario che però (almeno per il momento) non ha avuto seguito.
FUTURO DA CALCIATORE ALTROVE - Il giocatore non ha contatti con il club da oltre un mese, probabilmente perché rientrato pure lui (così come Gentiletti e Bisevac) nei tagli alla rosa decisi da Marcelo Bielsa. Legittimo anche questo, ma dopo 303 presenze con la casacca della Lazio (ottavo nella classifica dei più presenti nella storia del club, subito dietro il settimo Ledesma, altro ex senatore andato via nel silenzio), Mauri avrebbe preferito una comunicazione più diretta. Difficile
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